lunedì 31 luglio 2017

Parto per una vacanza di vero lusso










Sabato parto per una vacanza di lusso. Quello vero, intendo, cioè l'assenza di ogni comodità.
A piedi, lungo un tratto della Francigena, Solo io e il mio zaino.
Niente auto, semafori, tangenziale, niente cellulare (tranne per le foto), nessun orario per i pasti, nessuna telefonata, nessuna agenda a dettare i ritmi (il ritmo lo detterà la fatica), scollegato dal mondo eppure immerso in quello vero fino al collo. Solo con la fatica e la sete, il sole che si alza e tramonta.
Niente social.
E quando ho telefonato per prenotare un posto per dormire, la risposta è stata proprio quella che ti aspetti se hai in mente una vacanza immerso in questo tipo di lusso:
"Buongiorno, abbiamo secondo Sua gentile richiesta, prenotato per Lei una camera. Ricordiamo che non possiamo purtroppo accettare carte di credito nè bancomat.Il nostro è un Monastero di clausura che ha anche una Foresteria. Tutte le nostre stanze, semplici e pulite, hanno il bagno privato e sono fornite di lenzuola e asciugamani. Non forniamo servizi in più (Internet, articoli da toletta, asciugacapelli ecc...) nè una reception aperta 24/24. L'orario di apertura per l'arrivo è 9,00-12,00 e 15,30-17,30 poi avrà la chiave del portone e non ci sono altri orari da rispettare".
Avrò le chiavi del portone di un monastero di clausura. Questo sì, oggi, che è un vero lusso.

martedì 4 luglio 2017

La mezza verità di Padre Pio a Modena Park


Insomma, non era vero.
Ma era verosimile.
E questo è bastato, ieri, a rendere virale la lista degli oggetti raccolti dalle 3 aziende chiamate a ripulire Modena Park dopo il concerto di Vasco.
Una fake news, o una post verità - come piace dire oggi - condivisa centinaia di volte sui social e ripresa da una quantità sterminata di agenzie, siti di informazione, blog.
Molto più banalmente, uno scherzo di Stefano Ferrari, amico giornalista modenese, che ha fatto una semplice operazione: ha copiato un post di un'amica che - dichiarando che si trattava di uno scherzo - aveva immaginato una lista degli oggetti ritrovati.
Ferrari ha tolto le tre righe in cui si capiva la natura chiaramente ironica del post, lo ha postato sulla propria bacheca, et voilà, ecco servita una verità plausibile.
Che meraviglia, tra sex toys, pannoloni per incontinenti, un pigiama (!), 2 stampelle, 1200 mazzi di chiavi ecc.
E, ciliegina sulla torta, una statuetta in legno di Padre Pio. Una statuetta di Padre Pio al concerto di Vasco.
La lista è entrata in circolo come il colesterolo al pranzo di Natale, gustosa e irresistibile, innescando migliaia di commenti sui social, salendo al top delle chiacchiere da bar e moltiplicando esponenzialmente i luoghi di dibattito post-Modenapark.
Nessuno, o quasi, si è posto il dubbio. Privatamente, alcuni colleghi giornalisti lo hanno fatto con Stefano, che ha subito confessato - immagino con uno straordinario sorriso ingordo - che di fake si trattava. Poi però lo hanno fatto pubblicamente i colleghi di Giornalettismo, che hanno messo in campo l'ABC della professione: hanno verificato la fonte. Hera, la multiutility incaricata della pulizia del parco, ha assicurato di non aver fatto uscire nessuna nota.
Si trattava quindi di una pura invenzione. E lo hanno scritto.
Se però oggi cercate sul web la notizia, è ancora lì, splendente in tutti i suoi 28 sex toys, nei 12 pannoloni per incontinenti, nelle 670 paia di occhiali e, naturalmente, nella sorprendente e unica statuetta in legno di Padre Pio, in buona compagnia di 120 confezioni di preservativi.
E la notizia, seppellita dalla pietra tombale della verità rapidamente recuperata dall'ottimo lavoro di Giornalettismo, rimarrà vera per sempre. Per sempre.
Anche stamattina, alla radio - a quasi 24 ore dall'evidenza che si trattasse di un falso - era trattata come una gustosa verità su cui imbastire il dibattito telefonico con gli ascoltatori.
Cosa ci insegna lo scherzo di Stefano?
Niente di nuovo.
Certifica la nostra insofferenza alla complessità, alla fatica di una domanda in più.
Ci conferma l'esistenza di una colossale area grigia in cui verità, verosimiglianze, fake news, post-verità, balle colossali e compagnia contante convivono allegramente in una rappresentazione dei fatti che, alla fine, ci accontenta.
Basta che sia vera. Anzi, verosimile.