martedì 17 gennaio 2017

La svastica di via Valdonica

Spero, guardando la foto, che non stiate veramente sfornando congetture su complotti o strategie sotterranee, piani segreti o rivoluzioni in erba. Questa roba qua è merce appena sotto la linea del comprendonio, dai, quel minestrone stanco di chi arranca a metà tra la sciatteria e la pigrizia, tra mani affondate nelle tasche al pomeriggio e checazzofacciamooggi, tra un'overdose di social mentre cazzeggi in centro sguardo allo schermo e checazzomenefrega. Roba così. Un vandalismo con l'impassibilità dell'ignoranza, con l'imperturbabilità della trasandatezza. Per questo la svastica sul muro di via Valdonica a Bologna, esattamente nel punto in cui Marco Biagi è stato ucciso dalle Brigate Rosse il 19 marzo del 2002 e a 100 metri dal Museo Ebraico, è ancora più offensiva. Perché è figlia di niente. Di un cazzeggio nato chissà come, che non ha certamente a che fare né con Biagi né con il Museo. E' offensiva perché, ignorandola, umilia la memoria.
Aveva ragione Derek Bok: "Se pensate che l'istruzione sia costosa, provate l'ignoranza".

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