domenica 1 novembre 2015

Quel bacio

Questa sera, nell'angolo della piccola sala nel ristorante egiziano nel centro di Modena, giusto due tavoli distante dal nostro, lei ha appena riempito il bicchiere d'acqua.
Capelli biondi, mossi appena, a sfiorare le spalle. 
Lui di fronte, barba lunga, capelli corti, neri. 
Sul tavolo deve ancora arrivare quel che hanno ordinato, ma l'aria del minuscolo ristorante anticipa gli aromi del falafel, del dolce al cocco, del cous cous appena cotto, delle alici al pomodoro e spezie, del pane arabo che svetta fumante, del te alla menta.
Lei rovista senza fretta dentro la borsa, lui guarda distratto il suo smartphone. 
Lei appoggia la borsa sopra una sedia vuota, la ricerca è finita. 
Lui appoggia il cellulare sul tavolo, il display è spento.
Lui allunga una mano sul tavolo, a prendere quella di lei.
Le dita si intrecciano per un secondo, le mani sono unite.
Lui si allunga verso di lei, alzandosi appena dalla sedia, lei si avvicina. 
Si baciano al centro del tavolo, lei chiude gli occhi. Anche lui li chiude.
Un bacio di un secondo, ma è già finito, perché arriva il cous cous. 
Si staccano. 
Continuano a guardarsi mentre il cameriere sistema i piatti.
Le mani si incontrano di nuovo al centro del tavolo.
Nessuna parola tra loro. 
Non serve.





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