mercoledì 27 febbraio 2013

Uno vale uno (ma per ora il capo basta e avanza)

C'è davvero poco da dire sull'esito delle urne. I segnali c'erano da anni, ma, appunto, non aggiungiamo parole al torrente di chiacchiere.
Solo una considerazione: sono curioso, lo dico senza ironia, di vedere il famoso meccanismo "uno vale uno" all'opera del M5S ora che il MoVimento è il primo partito d'Italia (alla Camera dei Deputati) ed è quindi chiamato a responsabilità precise. I primi segnali sono contraddittori, diciamo così, perché pare che per ora - come già scritto su questo blog - continui a valere il vecchio adagio "uno vale uno solo se piace a Grillo", com'è sempre stato sin dall'inizio.  Aspettiamo.

venerdì 15 febbraio 2013

Anche i sindaci nel loro piccolo si incazzano (con Monti)

Oggi sul Venerdì di Repubblica il mio pezzo dedicato a Antonella Baldini, il sindaco di Camposanto, che un paio di settimane fa è stata colpita da un uovo lanciato da un contestatore (che però avrebbe voluto centrare Monti...). Con il garbo che la contraddistingue, il sindaco apprezza la cortesia personale del Premier, che si è premurato di avere notizie sul suo stato di salute. Sul piano politico, però, non fa sconti e a Monti manda un preciso messaggio: vogliamo risposte chiare, subito, per evitare il terremoto dell'Emilia scivoli nell'indifferenza del governo nazionale.


Guardate "Girlfriend in a coma" prima del 24 febbraio



Ho appena visto "Girlfriend in a coma", il documentario di Annalisa Piras e Bill Emmot (la cui anteprima al Maxxi di Roma è stata bloccata per non 'intralciare' la campagna elettorale). L'ho scaricato dal sito dell'Espresso. Non è affatto "un documentario anti-Berlusconi", è un ritratto dell'Italia, quindi di tutti noi. Per questo va visto, assolutamente, prima delle elezioni.
Per scaricarlo CLICCATE QUI. Costa solo 3,90 €.

lunedì 4 febbraio 2013

L'idiozia, Beppe Grillo e la lezione di Paolo Tomassone



Torno rapidamente sul post di Paolo Tomassone, amico, oltre che collega nelle Officine Tolau.
Paolo oggi ha dato una lezione di giornalismo a tutta la filiera dell'informazione, dalla fonte che ha lavorato malissimo, sino alla cascata di giornali, radio, siti, tv che hanno copincollato senza alcun filtro la notizia inesistente.
Giù il cappello, quindi, perché qui la lezione è tanto lampante da incenerire qualunque tentativo di ridimensionare la portata dell'accaduto.

Torno sulla vicenda perché, una volta chiarito l'equivoco (definiamolo così), non vorrei comunque che venisse invece ridimensionata la portata di ciò che Grillo ha effettivamente detto, e cioè che i francesi, se proprio devono bombardare, che bombardino il Parlamento, a Roma.
In altre parole, il turbomoralizzatore genovese ha chiesto, sì, di bombardare il Parlamento, ma lo ha chiesto ai francesi, non ad Al Qaeda.
Comunque la si legga, ha detto una cazzata. O no?
Ma non ci si deve stupire, perché la modalità di Grillo è esattamente quella stessa "IDIOZIA POLITICA" che l'antropologa francese Lynda Dematteo, autrice dello studio "L'idiota in politica. Sovversione e neo-populismo in Italia", ha utilizzato la prima volta per identificare la modalità comunicativa con cui Umberto Bossi lordava il dibattito politico con frasi razzistissime : "Recitare la parte dei finti sciocchi - scrive la De Matteo - serve per sentirsi autorizzati a pronunciare qualsiasi cosa. Presentare il discorso razzista facendo uso del registro comico è una delle strategie tipiche dell’estrema destra. Si tratta di una tecnica per far passare l’indicibile, renderlo udibile infrangendo il muro dell’intollerabile fino a sedimentare un senso comune che a forza di minimizzare accetta tutto".
Allo stesso modo Grillo, giullare a cui il sistema narcotizzato dei media e della politica concede ogni sciocchezza iperpopulista, passa alla propria base tutti quegli eccessi (bombardare il Parlamento, per rimanere a ieri) che sono il vero collante identitario del suo MoVimento.
Il grillino-tipo ha bisogno di sentirsi ultras, di identificare il nemico, di schiumare rabbia e promettere di "FARE UN CULO COSI'" a tutti.
Dimenticano, gli ultras del capocomico, che lo starnazzare esultante verso il capo ha tratti umilianti, prima ancora che verso la politica, verso se stessi, inconsapevoli macchiette di un copione visto e rivisto in Italia, che porterà da nessuna parte.

domenica 3 febbraio 2013

Luca De Biase spiega i princìpi del Fact Checking

"Chi salva un fatto salva la verità intera". Luca De Biase spiega che cos'è il Fact Checking, un concetto che va oltre la semplice nozione della "verifica della notizia" e che chiama in causa il meccanismo della condivisione di una notizia nei social media.