giovedì 23 maggio 2013

Camposanto, una proposta per la memoria del sisma




















Nel piazzale vuoto che si intravvede dietro al citofono, una volta sorgeva lo stabile che ospitava nido, elementari e medie di Camposanto, in provincia di Modena. Lesionato dal sisma del 2012, è stato abbattuto.
In termini di identità collettiva, è come se a Roma venisse abbattuto il Colosseo. L'unica cosa rimasta in piedi è la colonnina con il citofono, su cui sono ancora leggibili le etichette dei campanelli della scuola media e della scuola elementare. L'ho fotografata ieri sera, mentre passeggiavo per le vie del centro, qualche minuto prima di entrare alla sala polivalente Ariston, dove ho moderato il dibattito tra i candidati sindaco per le elezioni che si terranno domenica 26 maggio.
Certi dettagli che rivelano la quotidianità delle relazioni di un paese, come nel caso dei campanelli ritratti nella foto, hanno una forza narrativa potentissima, perché raccontano la vita reale.
Se questa colonnina potesse in qualche modo essere protetta e rimanere lì a testimonianza di quanto successo, forse sarebbe un'operazione di mantenimento della memoria più efficace di qualunque monumento.

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