giovedì 4 agosto 2011

Bonaccini, Marino e il rischio di una base Pd berlusconiana

Stefano Bonaccini
Che pena vedere il berlusconismo che fa proseliti anche nella base del Pd.
Non Berlusconi. No, no. Il berlusconismo.
Ma dovevamo aspettarcelo. Ha ragione, infatti, chi dice che il berlusconismo è peggiore di Berlusconi. Perchè Berlusconi è uno, ma il berlusconismo è ormai trasversale ad un paese intero. E rischiamo di non liberarcene mai più. Ha le sue regole, banali ed avvilenti, un vero e proprio kit di argomenti pronti per tutte le evenienze, che riconducono sostanzialmente ad un unico concetto di fondo: è tutto un complotto.

Antonino Marino
Insomma, mica male se si è a corto di argomenti o, peggio ancora, se gli argomenti ci sono, ma stare lì a spiegarsi è uno sforzo inutile e faticoso. E allora meglio buttare tutto in vacca, urlare sempre e comunque, puntare l'indice verso i cattivoni che mettono i bastoni tra le ruote ai buoni.
Sono i meccanismi della tv commerciale traghettati in politica, magistralmente descritti da Massimiliano Panarari nel suo celebre "L'egemonia sottoculturale. L'Italia da Gramsci al gossip" (chi non lo ha letto si ritenga colpevole, perchè è un libro imperdibile per capire dove siamo finiti).

Nella vicenda che vede coinvolti il segretario regionale Pd dell'Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, l'assessore comunale al Patrimonio (Modena) Antonino Marino e un paio di dirigenti ed ex dirigenti comunali per una serie di presunti reati (turbativa d'asta, violazione del segreto di ufficio, abuso d'ufficio), succede proprio questo: la base Pd, o quantomeno quella più istintiva e sanguigna che commenta a caldo la faccenda sui principali social network, schiuma rabbia verso la magistratura e i giornalisti.

Qualche esempio preso da Facebook, per capirci:

  • "sarebbe bene che anche i magistrati cominciassero a rispondere dei loro errori e della loro "disinvoltura"
  • "sono quelli de Il Cesso Quotidiano che cercano, nelle ultime settimane di imitare Libero e Il Giornale. Sono loro che si avvicinano (ma visto l'editore non mi sorprende) a zio Tibia, Feltri e Belpietro. Io Il Cesso Quotidiano lo compravo e mi ero anche abbonato. Ora basta. Travaglio ha le sue ambizioni e le sta coltivando a spese dei lettori"
  • "...mischia vicende gravi e tragiche a normalissime e banali vicende amministrative in modo iperstrumentale, giornalismo d'accatto e servile. Servile e strumentale al disegno politico in atto"
  • "...credo che il punto sia sapere se la notizia è vera o si è messa in moto una qualche macchina del fango tesa a screditare una parte politica".
  • "Lo STRAFATTO QUOTIDIANO è PEGGIO di Libero e il Giornale: quelli almeno fanno quel che fanno perché glie lo ordina il Padrone del Vapore"
  • "...travaglio vuole aumentare le vendite del suo giornale, allora cosa c'è di meglio che dare adosso al pd che ora è il primo partito?"
  • "mi pare una bolla rimescolata e enfatizzata da questi strani tempi che viviamo, dove ormai è facilissimo fare il tiro al bersaglio"

E' o non è una reazione in puro stile berlusconiano? Lo è a tal punto che i primi a prendere intelligentemente le distanze sono proprio Bonaccini e Marino. Bonaccini su Facebook scrive: "I giornalisti facciano il loro mestiere, i magistrati pure. E io ho piena fiducia nel lavoro dei giudici".
Parole semplici, ma che dicono una cosa di grandissima rilevanza: ad ognuno il proprio ruolo.
E proprio qui sta la differenza tra il berlusconismo - che trascina in un gorgo mefitico tutto e tutti - e chi, al contrario, rimane dell'idea che le regole e il rispetto dei ruoli - a partire da quello delle Istituzioni - siano i fondamenti della democrazia.

Se anche la base del Pd scivola sul piano inclinato della critica gossippara, allora non c'è più niente da fare, moriremo tutti berlusconiani.

A Bonaccini e a Marino, che conosco da vent'anni, vanno naturalmente la mia stima e la mia solidarietà.

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